[Neolingua neonatale]

Niente a che vedere con Orwell, sia chiaro. Si parla sempre di mocciosi e della loro neolingua. Quella di DJT, nella specie.
A futura – nostra – memoria (niente a che vedere con Sciascia), lascio un piccolo elenco delle prime parole che ha preso a (tentare di) pronunciare, fermo restando che la prima in assoluto resta Tram:

“Olio” diviene in neolingua neonatale: “jeje”;
“Moto/auto” diviene “brubru”;
“Aereo” diviene “uouo”;
“Cane/gatto/animale di piccola taglia” diviene “ain”;
“Gol” diviene “del”;
“Italia” diviene “taja”;
“Brioche” diviene “osc”.

Si segnala altresì che DJT mostra una certa predisposizione per la pronuncia delle parole straniere: “Lichsteiner” resta (piuttosto incredibilmente, ma ne ho le prove) “Lichsteiner”, “jeans” resta “gins” e così “pulman”.

Una breve nota sulle intonazioni: “papà” è pronunciato quasi sempre in maniera dolce, mentre “mamma” è invariabilmente pronunciato in maniera perentori, come si conviene a un vero maschio delle caverne.

(Niente a che vedere con l’omonimo mito platoniano).

2 pensieri su “[Neolingua neonatale]

  1. è affascinante il linguaggio nanico.
    Ricordo che mentre cercavo di far dire all’Orsetta “acqua”, lei mi stupì con un “mama, MELMAN” (il pupazzo di Melman del cartone di Madagascar che stava rimanendo in macchina).

    Da lì in avanti fu uno spasso.
    Presi per fino una vecchia agendina telefonica e mi scrissi tutti gli strafalcioni e le declinazioni italiano / Orsettinesco: la conservo gelosamente per il giorno delle sue nozze. O per quello del suo primo viaggio spaziale, vedremo. 😉

    (e comunque, per me, tutt’ora esiste solo la Pelpa (felpa) e il Checchè (caffè) 😀 )

Scrivi una risposta a locullo Cancella risposta